Prendi il nome di una capra himalayana, celebre per il pelo dal cui si ottiene un cashmere di alta qualità, aggiungici un’offerta di maglieria fatta in Italia ad un prezzo accessibile, il risultato si chiama Falconeri, marchio di proprietà del gruppo Calzedonia dal 2009. Nella sede di Avio, in provincia di Trento, ben 150 macchine rettilinee producono ogni giorno in media 1900 capi, dall’Ultrasoft al tre fili. “Riusciamo a far realizzare alla macchina il 95% del prodotto, è per questo che siamo così competitivi con i prezzi” – mi spiega Pierangelo Fenzi, che ha fondato il marchio nel 2000 per poi cederlo nel 2009 al gruppo capeggiato da Sandro Veronesi, conservando una posizione di responsabile della linea uomo. Il restante 5% del prodotto è realizzato a mano, da manodopera specializzata in attaccatura del collo, rifinitura dei bordi e lavaggio.
Il lavaggio nel mondo dei filati è l’alter ego del finissaggio nei tessuti ed è di fondamentale importanza per la riuscita del capo. Un capo non ancora lavato è ruvido e un occhio inesperto stenterebbe a credere che si tratti di cashmere; “la differenza la fanno l’utilizzo del colore e la durata del lavaggio stesso” mi spiega Fenzi, mentre mi mostra la differenza tra un maglione non ancora sottoposto a trattamento – secco e ruvido – e un maglione finito – morbido come una nuvola.
Si sente spesso parlare di maglia in “cashmere a due fili”, pertanto ho chiesto delucidazioni a Fenzi, che in materia è stato molto chiaro: un vero “cashmere 2 fili” è costituito da due fili con titolo filato 2/28, non da due fili da 1/28, molto diffusi sul mercato perché più economici. In un titolo filato, il primo numero indica il numero di fili e il secondo la sottigliezza. Un numero molto basso indicherà un filato molto grosso, che richiede una lavorazione ben diversa dal filato con titolo alto, impiegato ad esempio per prodotti come l’Ultrasoft.
Interessante, infine, la visita al reparto Programmazione e Sviluppo in cui attraverso un software si comanda alle macchine di produrre un determinato tipo di filato con una fantasia e un fit specifici. La differenza con il mondo dei tessuti è palese: il tessuto viene tagliato solo dopo essere stato prodotto dalla macchina; il filato, invece, può essere creato già tagliato, nel senso che i vari accorgimenti in termini di fit del prodotto finale possono essere inseriti già nel software che “parla” con la macchina. Questo ovviamente richiede un diverso sforzo creativo oltre ad un’alta professionalità da parte di chi deve decidere le nuove collezioni.
Bespoke hugs,
Fabio