Gabriele, Bernardo, Lucia ed Eleonora. Quattro giovani dai venti ai trent’anni si incontrano tra i banchi di un corso organizzato dall’Accademia dei Sartori e il giorno del ritiro dei diplomi si recano dal notaio per dare vita ad Habitus, una sartoria tutta loro. Il nome è stato scelto “perché l’eleganza dev’essere un’abitudine” mi spiega Bernardo, tra i più giovani componenti della squadra, che dopo gli studi classici, indeciso se intreprendere gli studi di giurispridenza, ha deciso di imparare piuttosto il mestiere del sarto. I quattro giovani artigiani vengono tutti da mondi diversi: Lucia faceva la modellista nel settore moda donna, mentre Eleonora insegnava italiano alle scuole medie. Anche per Gabriele il mestiere del sarto non era esattamente in programma, quando si è iscritto alla facoltà di comunicazione e marketing a Roma. “L’idea di aprire una sartoria insieme è stata del nostro maestro” – mi dice Gabriele, “è stato lui a metterci in testa che insieme potevamo essere una bella squadra”.
La giacca Habitus é un bel mix di scuole sartoriali, che parte da Napoli per arrivare a Seoul, passando per Firenze. Da Napoli, ad esempio, hanno preso gli interni leggeri, scevri di ovatte e imbottiture. Firenze ha ispirato, invece, la costruzione del davanti con un solo fianchino curvo e obliquo – che loro chiamano cugno (o cuneo), e che termina 1 cm prima della metà della tasca, lasciando pulito il fondo della giacca. Dal sud est asiatico, infine, hanno mutuato un cran accentuatamente spiovente (in stile anni '50), cui fa da supporto un’accollatura particolarmente alta. Un sottomanica, anch'esso alto, dà ampiezza al giro, come è d’uopo in ogni sartoria che si rispetti; l’asola con goccia è relativamente piccola nei suoi 1,7 cm, mentre il taschino a barchetta in petto è distintamente ampio. Nota a favore della sartoria: tutta la produzione è interna, dai pantaloni alle asole ai ricami, nulla è esternalizzato.
Ho commissionato un Original Solaro di Smith Woollens, 355 gr/mt, in armatura twill e dopo qualche settimana abbiamo anche fatto la prima prova (foto in basso) e devo ammettere di essere stato positivamente colpito dal risultato ottenuto fino ad ora: la giacca, infatti, è particolarmente appiombata, così come i pantaloni, la cui piega centrale non "spezza" all'altezza del ginocchio. Sono curioso di vedere il prodotto finito e al contempo felice che giovani leve vadano a svecchiare un settore stolido e ottuso come quello - ahinoi - della sartoria italiana. Questi giovani a mio parere sono un segnale positivo: sono l’emblema del fallimento delle professioni classiche, la prova provata di un approccio finalmente diverso che la società ha oggi nei confronti dei lavori manuali. La loro lungimiranza, dopotutto, ha premiato: i loro abiti partono da €2.500.
Bespoke hugs,
Fabio