La mia ricerca volta a delineare i tratti caratteristici, se esistono, della giacca romana non poteva escludere la sartoria di Gaetano Aloisio. L’atelier si sviluppa su ben tre piani in un elegante palazzo in Via di Porta Pinciana 1 a Roma. Di origine calabrese, il Maestro giunge a Roma nel 1991 dopo un periodo a Milano e da qualche anno ha anche aperto uno showroom a Parigi. A mio parere, La giacca Aloisio non è così facilmente inquadrabile nella sartoria italiana. L’abito è leggero, sì, ma presenta forme ispide, spalle non pronunciate ma leggermente rigide, con spallina sia sul davanti che sul dietro, delle impunture sui revers zelantemente precise, che non lasciano spazio al tanto decantato fascino dell’imperfezione, tipico della sartoria napoletana. Aloisio è cortese e mi riceve in un impeccabile abito doppiopetto gessato, un Blazon di Drapers; e non posso esimermi dal notare un appiombo millimetricamente perfetto, con la punta della lancia alla stessa altezza della cucitura tra collo e bavero.
“Sono i miei clienti a chiedermi questa precisione” – spiega Aloisio, che ammette di avere una clientela in gran parte straniera ed esigente, specialmente in Russia. Il giromanica è in genere aperto sull’abito classico e a camicia sul blazer sportivo. La spalla è precisa, né più corta né più lunga dell’effettiva misura del cliente, dovendo “accompagnare la linea del corpo” – come lui stesso specifica. Solo i sottocolli sono cuciti con la macchina Strobel, mentre i revers sono fatti a mano per una maggiore rotondità. Non utilizza tele preimpostate, perché preferisce prepararle sempre a mano e fa una giacca ‘pulita’ sul fondo, non indulgendo in lunghe riprese. Porta il fianchino fino al fondo solo in caso di clienti panciuti o con petto forte. Più di 25 lavoranti producono tutto internamente e a breve, al piano terra del palazzo di sua proprietà avvierà anche il laboratorio di camiceria. Interessante, infine, la lavorazione dei suoi davanti per alloggiare l’omero: a differenza di gran parte delle sartorie che ho visitato, Aloisio non fa la “spalla squarciata” – che consiste nel creare degli intacchi nei vari strati di tela al fine di dare rotondità al quarto anteriore all’altezza del giromanica – ma lavora tele e crine ‘di sbieco’ ottenendo il medesimo risultato. Il motivo? “Lavoro soprattutto tessuti molto sottili, dal Super 180’s a salire, pertanto se utilizzassi quel tipo di lavorazione (la spalla squarciata, ndr), gli intacchi sarebbero visibili ad occhio nudo da sotto il tessuto” mi spiega. Una tale precisione ed internazionalità si paga: l’abito, infatti, parte da €4.500.
Bespoke hugs,
Fabio