Definire l’opera di Gianfranco Orrù con la parola “sarto” è sicuramente corretto. ma non completamente esaustivo perché allo stesso tempo è sarto, artista e stilista con un neologismo di sintesi potrebbe essere definito “sartista”. In lui si fondono la migliore tradizione sartoriale maschile italiana ed un innato bisogno di sperimentare, che lo porta a realizzare anche capi femminili. La sua avventura iniziò a quattordici anni quando decise di seguire il sarto cagliaritano Pietro Demurtas in bottega e di apprendere i segreti del mestiere, per poi decidere, cinque anni dopo, che quel mondo sarebbe stato la sua vita.
Varcata la porta d’ingresso dell’elegante appartamento al primo piano della via Dante 71 di Cagliari, sede della sartoria, fra tessuti e manichini, si possono intravedere le “forbici d’oro”, consacrazione di anni di sacrifici e lavoro che arrivano nel 1998 con il seguente ingresso nell’Accademia Nazionale dei Sartori. Oggi Orrù è consigliere nazionale dell’Accademia dei Sartori e al suo lavoro affianca anche la formazione in qualità di docente in numerosi corsi professionali. Proprio per l’Accademia Nazionale dei Sartori ha rappresentato l’Italia all’EXPO di Shangai del 2010: un successo assoluto, con intere folle attaccate ai vetri dello stand per carpire i suoi segreti. L’esperienza all’estero non si ferma a Shanghai e nel 2013 intraprende un viaggio a Krasnoyarsk (Siberia) per l’esplorazione di nuovi mercati, allo storico Museo Surikov presenta una sua collezione e nel 2014 presso il Dipartimento di Moda dell’Università locale tiene diverse lezioni di sartoria e moda italiana, consolidando il suo respiro internazionale.
In foto si può notare un abito in tessuto corduroy color tabacco. Il “cour du roi” (corduroy) è il tessuto che alla corte di Francia veniva destinato all’abbigliamento da campagna e che nel taglio color tabacco a coste medie (11 wale) di Holland & Sherry si è scelto per il completo doppiopetto realizzato da G. Orrù. La giacca presenta fodera in color giallo ocra, ampi revers alti che puntano alla sommità delle spalle leggermente armate ed uno schema 6x2 dell’abbottonatura che può avvenire sia al bottone intermedio sia all’ultimo. I due spacchi laterali cominciano in corrispondenza dell’inizio delle tasche a pattina ed i fianchi della giacca sono tenuti in sede da un “tirante”, altro accorgimento per tenere in posizione le punte dei revers è la “ragnatela” in filo di cotone che lega invisibilmente le punte al bavero. Il pantalone ha un fronte con due strette pence all’italiana, tasche a filetto, passanti cuciti qualche millimetro sotto il bordo vita e risvolto di 4,5 cm. Dettagli che risaltano all’occhio sono certamente la fascetta di fodera per tenere chiusi gli spacchi e la retina tra collo e bavero per evitare che la punta del bavero "salti". Il doppiopetto 6x2, infine, ha l’ultima linea di bottoni all’altezza delle tasche.
Testo di G. Onano